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"Nel 2022 vivremo una vera e propria guerra dei trasporti" - Diego Mombelli (Asmodee)

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15
September
2021

Ogni mese, OVRSEA incontra caricatori e committenti per discutere delle ultime novità nel mondo dei trasporti e della logistica e delle sfide di settore. Questa settimana il nostro team si è intrattenuto con Diego Mombelli, Global Supply Chain Director di Asmodee, editore e distributore di giochi da tavolo presente in tutto il mondo. Come si è adattata alla nuova realtà caotica dei trasporti un'azienda che realizza la maggior parte del suo fatturato alla fine dell'anno e produce quasi il 50% dei suoi giochi in Cina? Glielo abbiamo chiesto.

Ciao Diego! Prima di entrare nel vivo della questione, qualche parola su di te e su Asmodee?

Dal 2019 sono il Global Supply Chain Director di Asmodee, dopo una carriera che mi ha portato a lavorare in grandi gruppi (Nestlé) e in piccole multinazionali. Il mio team e io siamo responsabili della gestione dell'intera catena di approvvigionamento in entrata, dalla produzione alla consegna alle nostre filiali. Abbiamo una ventina di unità di distribuzione in tutto il mondo, che distribuiscono i nostri giochi e quelli dei partner locali.

Quali sono le caratteristiche del flusso logistico di Asmodee?

Sebbene il nostro principale produttore sia la Cina, stiamo lavorando per aumentare la nostra capacità produttiva locale per ridurre il nostro impatto ecologico. La Cina è ancora una scelta obbligata per la competenza dei partner locali ai quali ci affidiamo, per la natura dei componenti necessari e per la capacità produttiva cinese, attualmente introvabile e ineguagliabile in territorio europeo o statunitense. I nostri volumi logistici rappresentano circa 5.000 TEU (unità equivalenti a sei metri) all'anno, volumi relativamente bassi per un'industria di grandi dimensioni. Per questo ci concentriamo sull'iperprogrammazione, sulla qualità del servizio e sull'agilità per garantire l'approvvigionamento dei vari stabilimenti.

Argomento bollente e attualissimo: la crisi energetica sta spingendo le autorità cinesi a chiudere o ridurre gli orari e la produzione di alcune fabbriche. Siete preoccupati?

Stiamo notando un impatto molto lieve in alcune fabbriche, ma per il momento è la situazione è sotto controllo. Non abbiamo una produzione ad alto consumo energetico: i nostri impianti produttivi sono colpiti solo marginalmente. Ma stiamo monitorando la situazione da vicino.

Quali sono le principali difficoltà di Asmodee al momento?

Le nostre difficoltà esterne sono quelle che ogni spedizioniere internazionale conosce! La conseguenza diretta per noi, come per molti altri, è che i tempi di consegna dalla Cina sono passati da 8 a 14 settimane... A questo si aggiungono problematiche. Garantire una buona visibilità dei flussi è fondamentale. Il che richiede una stretta collaborazione con i nostri fornitori di servizi di trasporto, ai quali chiediamo maggiore "generosità" in termini di visibilità. La crisi ci ha aiutato a essere più trasparenti, trasparenza che è anche alla base del rapporto con OVRSEA. Così facendo, tutti risultano soddisfatti e ne guadagniamo in affidabilità. L’unico rimedio per scongiurare il panico in un simile contesto è la totale trasparenza.

Come ancora è cambiato il modo pensare e di organizzare i trasporti con la crisi?

Questa situazione instabile ci ha reso più curiosi e ci ha spinti a guardarci intorno nel caso in cui uno dei nostri fornitori decidesse di chiudere bottega. In parallelo, stiamo rafforzando i nostri team di trasporto, la cui attività e complessità sono aumentate quest'anno. I manager devono essere il più vicino possibile ai team, accompagnandoli nel cambiamento, perché la pressione a volte è molto forte.

Questa crisi senza precedenti ha costretto Asmodee a rivedere la propria strategia logistica?

Abbiamo gestito la crisi accumulando scorte. Se non l'avessimo fatto, oggi i danni sarebbero sicuramente maggiori. Non è mai la soluzione ideale, ma è inevitabile quando la maggior parte dei volumi viene realizzata tra settembre e Natale. Già nel 2020 abbiamo ritenuto che sarebbe stato necessario rafforzare e anticipare la produzione. Abbiamo infatti siglato contratti annuali più importanti con i nostri produttori.

Come procede il mercato dei giochi?

La crisi sanitaria ha dato una bella sferzata al nostro segmento. L'accelerazione del digitale e una maggiore scoperta dei nostri giochi e il fatto che persone abbiano trascorso più tempo a casa ne sono certamente le ragioni. La gestione della crescita è diventata una vera e propria sfida, poiché i requisiti di produzione dovevano rispondere all'aumento delle vendite e alla creazione di scorte più consistenti, dato il forte aumento dei tempi di fornitura.

Sfere di cristallo a parte: cosa ti aspetti dai prossimi mesi?

Abbiamo lavorato con proiezioni pessimistiche. Tutte le nostre ipotesi e il nostro budget per il 2022 si basano sull'idea che la situazione dei trasporti non cambierà rispetto a quest'autunno. La buona notizia è che siamo più preparati mentalmente. Se il 2020 è stato contrassegnato dalla grande crisi sanitaria che ha colpito gli impianti di produzione, il 2021 è stato l’anno del caos dei trasporti marittimi. Il 2022 invece si caratterizza per una vera e propria guerra dei trasporti.

Dopo questi 18 mesi di follia, quali consigli daresti ad altri caricatori?

Que l’anticipation, la communication au fil de l’eau et l’adaptabilité sont plus que jamais indispensables. Je conseille aussi de travailler au maximum sur des chiffres réels et non plus sur des prévisions approximatives, élément qui nous a permis d’aider nos filiales et clients à mieux anticiper leurs besoins. Nous essayons de tracer les conteneurs livrés pour obtenir une fourchette précise des différents délais (booking, transit, ports, acheminement terrestre). Cela nous permet de nous baser ensuite sur ces chiffres réels pour mieux travailler les plannings d’achats.

Prima di lasciarci, descrivi in tre parole cos’è per te Il Mercante!

Termometro del mercato! Questo è esattamente il tipo di media che aiuta ad accompagnare quotidianamente le squadre, i nostri "soldati", regalandoci l’impressione di non essere più soli nella tempesta.